Nel mio primo viaggio in Thailandia, 20 anni fa, i monaci buddhisti li vedevo da lontano. Scattavo foto di nascosto, cercavo di carpirne qualche segreto, ma continuavano a rimanere inaccessibili, forse mi incutevano anche un po’ di timore. Poi Chiara mi ha coinvolto negli incontri di dialogo buddhista-cristiano e quelle persone misteriose, avvolte nei semplici abiti arancione del buddhismo theravada o in quelli neri e ricercati del buddhismo mahayana, hanno acquistato volti concreti di amici e di fratelli, con nomi e storie personali. Lentamente ho imparato a conoscerli, sia a Roma, che in Giappone, come pure nei successivi viaggi in Thailandia.
Così inizia il mio breve articolo appena apparso sulla rivista “Mariapoli”, con il titolo "Anche i monaci buddhisti nel movimento dei religiosi?"
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