Oggi, venti anni fa, partiva per il cielo Renata Borlone. L’avevo vista qualche volta, l’avevo sentita parlare una volta sola, ma l’ho conosciuta soltanto adesso, leggendo i suoi scritti. La sua Autobiografia mi è sembrata così affascinante che, d’intesa con la postulatrice della causa di beatificazione, abbiamo deciso di pubblicarla. E oggi, la presidente del Movimento dei focolari, alla quale avevamo mandato il libro per un suo parere circa la pubblicazione (Renata è una focolarina) ci ha telefonato dicendosi contentissima.
Come avrà fatto questa ragazza semplice a farsi santa? Uno dei suoi segreti era “ricominciare” sempre, senza lasciarsi scoraggiare dai propri limiti, e vivere con intensità la volontà di Dio nel momento presente: “… non ho voluto guardarmi indietro, ma puntare sul ricominciare, con purezza di cuore”; “Dio... mi fa vedere almeno un po’ tutte le mie mancanze e quanto sono lontana dalla meta. Voglio però sempre ricominciare….”; “… non devo scoraggiarmi, mai cedere. Mi inchiodo allora nell’attimo presente…”.
Il suo straordinario cammino spirituale si comprende soltanto alla luce della pura grazia (“non io dovevo diventare perfetta, ma Dio in me sarebbe stato la mia perfezione, la mia bellezza”) e dalla piena corrispondenza ad essa, a sua volta dono di grazia (“Quanto avevo ricevuto per pura grazia dovevo conquistarlo con la mia collaborazione al lavoro di Dio”).
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