martedì 5 gennaio 2010
ADORAZIONE (...non dei Magi)
Signore mio e Dio mio.
Quanti anni avevo quando il babbo, chinato su di me, sussurrava e mi suggeriva queste parole? Tre, quattro anni?
Il sacerdote elevava l'ostia nel silenzio della chiesa inondato dal tintinnio del campanellino. Era Gesù, di nuovo sospeso tra cielo e terra, che si offriva al Padre e univa Cielo e terra.
In quella sospensione d'un attimo, eppure eterna, la nostra adorazione:
Signore mio e Dio mio.
Imparavo a conoscerlo, a riconoscerlo.
Innalzato, attirava tutti a sé.
Tutti. Anche me.
Mi ha attratto al punto che adesso sono io ad offrirlo al Padre e all'adorazione dei fedeli (con la segreta speranza che tra i banchi ci siano ancora dei padri che insegnino ai figli:
Signore mio e Dio mio).
Non conto più le persone che mi raccomandano: "Al momento dell'Elevazione ricordami al Signore". Vogliono essere tutti lì, in quell'istante eterno, perché lì è l'Amore, lì è la Vita.
Molti anni più tardi fu la mamma a suggerirmi un'altra parola:
Sei Tu, Signore, l'unico mio bene.
Mi ha insegnato a ripeterla fuori del tempio, nel quotidiano della vita.
Non più in ginocchio sulla panca degli uomini, a sinistra dell'altare, nel raccoglimento silente, dove il papà portava il suo bambino piccolo, ma nel vortice del lavoro, sulle strade del mondo, in mezzo a gente chiassosa.
Ora, all'apparire di una difficoltà, di un dolore, di una prova (in me o nell'altro), squilla di nuovo il campanellino: non quello del chierichetto, ma uno più silenzioso e più forte che mi chiama ancora all'adorazione. Ed ecco lo stesso mio Signore, il mio stesso Dio!
Non il velo bianco dell'ostia, ma quello scuro del dolore che, piccolo o grande, si insidia nelle pieghe della vita. È il mio Signore, lui che, con prontezza e fedeltà, passa il varco aperto dal dolore ed entra a riempire della sua presenza e a svuotare di altro.
Solo Lui rimane,
unico mio bene.
Posso adorarlo ovunque, in ogni attimo, in me, negli altri…
S'eleva sul mondo intero.
E continua ad attrarre a sé.
(Da Parole per sopra-vivere / 2)
Grazie zio!
RispondiEliminaE' magnifico ogni volta riscoprire la possiilità di Adorare in mezzo ad una qualsiasi quotidianità. Davvero tutti abbiamo l'opportunità di santificarci, tanto nel silenzio di un monastero quanto nel caotico traffico cittadino...